Anche voi siete andati un po’ in fissa con questa serie Netflix?
Nonostante la narrazione sia tutt’altro che Ottocentesca, se non per gli abiti, l’input principale che alimenta la storia ci ha coinvolto molto.
In questa serie la Poët appare come una normale ragazza dei nostri giorni per come si muove comfort nel mondo, per come parla, si rapporta e ragiona, ci pare ovvio che sia una scelta stilistica per avvicinare spettatori giovani ad una storia che, come altre di tante donne in lotta per qualcosa, vale la pena rendere nota.
Non ci dimentichiamo che questa giovane Avvocata, la prima ad essere iscritta all’Ordine degli Avvocati subì il torto di esserne cancellata e quindi impossibilitata ad esercitare la professione per il semplice motivo di essere Donna. Il procuratore generale del Regno mise in dubbio la legittimità dell’iscrizione e impugnò la decisione ricorrendo alla Corte d'Appello di Torino la quale accolse la richiesta del procuratore e ordinò la cancellazione dall’albo.
La Cassazione confermò la decisione della Corte d’Appello dichiarando che “La donna non può esercitare l’avvocatura”, e sostenendo che la professione forense doveva essere qualificata come un “ufficio pubblico”, il che comportava una ovvia esclusione; a maggior ragione la legge unitaria sull’avvocatura 8 giugno 1874, n. 1938 era da intendersi solo per il genere maschile utilizzando il termine Avvocato e mai quello di Avvocata.
Il caso Poët avviò un notevole dibattito che condusse all’emanazione della legge n. 1176 del 17 luglio 1919; l’art 7 della legge recita testualmente: “Le donne sono ammesse, a pari titolo degli uomini, ad esercitare tutte le professioni ed a coprire tutti gli impieghi pubblici, esclusi soltanto, se non vi siano ammesse espressamente dalle leggi, quelli che implicano poteri pubblici giurisdizionari o l’esercizio di diritti e di potestà politiche, o che attengono alla difesa militare dello Stato secondo la specificazione che sarà fatta con apposito regolamento”.
Nonostante tutte queste difficoltà l’Italia è tra i primi tre paesi ad aver ammesso le donne agli studi di Diritto:
Primo posto per il Regno Unito (1873)
Seconda l’Italia (1876)
Terzo sul podio la Francia (1887)
Se la prima iscrizione all’Ordine dopo la cancellazione della Poët la dobbiamo rimandare al 1919, per una nuova degna discussione, in generale, sulla parità di genere (oltre le materie giuridiche) dobbiamo attendere il 2006 quando il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno creato l'Istituto Europeo per l'Uguaglianza di Genere, con sede a Vilnius, in Lituania, con l'obiettivo di promuovere la parità di genere.
Infine il 5 marzo 2010 la Commissione ha adottato la Carta per le Donne, nell'ottica di migliorare la promozione dell'uguaglianza tra donne e uomini in Europa e in tutto il mondo.
Per una super sintesi:
(…) che cosa c’è da invidiare agli uomini? Tutto quello che fanno lo posso fare anch’io.
- Joyce Lussu Salvadori -
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